Il processo penale del terzo millennio necessita di sezioni specializzate composte da magistrati con le necessarie competenze. Lo afferma Domenico Aiello, titolare dell’omonimo studio legale.
Quali sono le principali novità normative e criticità emerse nel 2020 relativamente al suo settore legale di competenza?
Partiamo dalle criticità emerse nel 2020, che ahimè coincidono con novità normative e sono inevitabilmente legate all’emergenza Covid. Il legislatore è intervenuto per limitare i ritardi e le inefficienze nella funzione giudiziaria, proposito più che legittimo e apprezzabile, ma tradito o addirittura contraddetto dalla qualità degli interventi normativi. Si è dato per assodato che la macchina Giustizia fosse pronta, matura e immediatamente operativa per accogliere e ospitare nuove forme di processo telematico o informatico. Parlo esclusivamente del processo penale, settore in cui opero. Si è assistito invece ad una serie interminabile di fallimenti e situazioni al limite del grottesco, dalle Pec degli uffici giudiziari intasate che con risposte automatiche avvisavano del mal funzionamento, a udienze in video con inquadrature imbarazzanti di ambienti domestici e intrusi estranei al processo. Un vero disastro. Non era difficile da prevedere. Il settore civile per informatizzare parzialmente il processo ha impiegato 10 anni, come si poteva sperare di innestare una riforma epocale nel settore penale in meno di due mesi. Si è poi in ultimo attentato ad ogni forma di garanzia difensiva, cercando di fatto di eliminare il processo di Appello, o meglio renderlo un mero momento cartolare di scambio di comparse scritte. Oltre all’emergenza Covid dunque abbiamo visto una grave sofferenza della nostra Costituzione, che al contrario stabilisce come sovrani e incomprimibili i principi che regolano il processo penale e la liberta personale.
Quali saranno a suo avviso le prossime evoluzioni in ottica 2021 rispetto al suo settore legale di competenza?
Considerato quanto appena registrato sulla triste legislazione del 2020, non riesco a prevedere novità di rilievo, o meglio ancora, interventi di pregio. Al contrario ho bene in mente di cosa necessita il nostro settore processuale. In Italia esistono sanzioni o conseguenze penali per l’impresa e l’operatore amministrativo/economico che non esistono in altri paesi civili. Se questa deve rimanere la tendenza del legislatore occorre istituire delle sezioni specializzate composte da magistrati con le necessarie competenze, specializzati nel penale del terzo millennio. In generale auspico invece una disciplina che tenda sempre alle pari opportunità tra accusa e difesa, di fronte ad un giudice effettivamente terzo ed equamente disposto rispetto a due parti necessarie del processo. A titolo di esempio, spero un giorno che con la stessa facilità del Pm, il difensore possa depositare in forme telematiche gli atti a difesa del proprio assistito nel giudizio, ed in generale avere comunque accesso al Giudice nelle medesime forme con cui avviene il dialogo con il collega dell’accusa. La separazione delle carriere, tra Pm e magistrati giudicanti, deve essere un traguardo minimo di civiltà e trasparenza.