Grane giudiziarie per la Giorgio Armani Operations s.p.a: la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l’Amministrazione giudiziaria per la big del mondo della moda. L’indagine riguarda il caporalato; per il tribunale meneghino, infatti, la società non avrebbe garantito condizioni dignitose ai lavoratori impiegati nel processo produttivo.
La Giorgio Armani Operations è la società che si occupa di progettazione e produzione dei capi di abbigliamento e degli accessori del gruppo Armani e, come accaduto per un altro brand di moda qualche mese fa – Alviero Martini s.p.a. – è indagata per non aver vigilato sulle società a cui ha appaltato la produzione. Ciò spiega il provvedimento di Amministrazione giudiziaria.
Giorgio Armani Operations in Amministrazione giudiziaria: ecco cosa è successo
La nota azienda, stando a quanto è emerso dal Tribunale di Milano, avrebbe avuto delle pratiche scorrette analoghe al caporalato nei confronti di sarti e operai impiegati nel processo produttivo. Le condotte abusive sarebbero state causate dalla mancata o scarsa vigilanza nei confronti delle società appaltatrici dei lavori, che sfruttano la manodopera cinese a basso prezzo. Oltre al costo del lavoro – ben inferiore agli standard italiani ed europei – i lavoratori erano impiegati con orari massacranti, anche 14 ore al giorno.
L’inchiesta è stata portata avanti dai carabinieri del nucleo dell’Ispettorato del lavoro che hanno definito l’azienda:
incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo…non avendo messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni lavorative ovvero delle capacità tecniche delle aziende appaltatrici tanto da agevolare (colposamente) soggetti raggiunti da corposi elementi probatori in ordine al delitto di caporalato.
La Giorgio Armani Operations non risulta indagata ma si trova in Amministrazione giudiziaria, in quanto avrebbe sfruttato le condotte illecite altrui.